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Questo lavoro si propone di colmare alcuni vuoti storiografici riguardanti l'economia e le attività commerciali di Napoli e dei suoi porti satelliti nei decenni a cavallo del Quattrocento utilizzando fonti inconsuete e di difficile uso come le pratiche di mercatura toscane e le tariffe veneziane. All'analisi di quei materiali si è aggiunto lo studio di lettere commerciali spedite al Mercante di Prato da operatori presenti su quelle piazze. Ciò offre due piani di lettura il primo, dei quali riguarda gli aspetti metodologici della ricerca. Dal secondo, quello dei risultati, emerge un quadro particolarmente articolato in cui la regione napoletana appare come un appetibile mercato di sbocco per i panni di lana e i drappi serici confezionati nelle città dell'Italia centro-settentrionale e al tempo stesso un importante mercato di approvvigionamento di alcune materie prime e molte derrate alimentari.